di Giovanni Mombelli e Marco Onti
Coverciano. Per due giorni il Centro Tecnico di Coverciano ha ospitato l’incontro, titolante “Tecnica ed etica – Organizzazione ed umanizzazione”, tra i centosette talent e ventisei mentor provenienti da tutta Italia. Due giorni veramente molto intensi in cui siamo stati sottoposti ad un carico di lavoro quantitativo, ma soprattutto qualitativo, non indifferente. Un raduno destinato a rimanere nella memoria dei presenti ed in grado di fornire moltissimi spunti per continuare a migliorarsi e crescere come arbitri.
Crescita. “Siete cuccioli di arbitro”, questo l’appellativo utilizzato dal presidente Marcello Nicchi durante il suo discorso. Messaggio che riassume lo spirito con cui abbiamo vissuto ogni momento in aula, sotto la guida attenta di Alfredo Trentalange. Perché al di là della divisa, che ci fa “sembrare” arbitri, stanno crescendo soprattutto uomini. Ed in un contesto come quello attuale, nel mondo del calcio dilettantistico in particolar modo, emerge sempre di più il ruolo di educatori che siamo tenuti a svolgere. Ovviamente al tempo stesso stiamo crescendo, e dobbiamo continuare a farlo, sotto il profilo tecnico; perché l’obbiettivo è diventare, e dunque “essere”, arbitri.
Controllo e credibilità. Da qui il punto di partenza del prezioso intervento di Francesco Bianchi, supervisore UEFA del programma Mentor&Talent. – Am I in control? – domanda che è stata smembrata ed analizzata attentamente, coniugandola con diverse situazioni in cui un arbitro si può trovare, facendo una panoramica sugli atteggiamenti che dobbiamo tenere e ciò che comunichiamo con gli stessi. Lezione ripresa successivamente dall’internazionale campione del mondo Nicola Rizzoli, il quale ha impreziosito ulteriormente la sua presenza offrendoci dei filmati con annessa registrazione audio delle comunicazioni tra lui e i propri assistenti. Interessante per comprendere appieno il tipo di approccio in determinati contesti e le modalità di collaborazione a quei livelli, che a dir la verità è stato in grado di rapportare molto rapidamente alle nostre categorie, dove non disponiamo degli stessi supporti tecnologici.
Confronto. A più riprese ed in vari formati sono stati effettuati videotest, durante i quali ci veniva richiesto di esibire immediatamente il provvedimento disciplinare oppure di appuntarci sanzione tecnica e disciplinare. Molti degli episodi proposti sono stati seguiti da discussioni, durante le quali con un’infinita varietà di accenti venivano esposte soluzioni, alle volte discordanti, ma prontamente ricondotte a quella ufficiale da Trentalange con il suo metodico e simpatico richiamo alla frase di Oscar Wilde: “Soltanto i cretini non cambiano mai idea”. Tutto ciò nel nome di una costante ricerca di uniformità nelle decisioni da parte di tutto il settore arbitrale, anche questo concetto ricordato a più riprese da un’altra citazione: “Credono di essere dei solisti, sono soltanto delle pecore disobbedienti”.
Carlo Castagna. Domenica mattina il Prof. Castagna, accompagnato dal suo staff, ha dapprima raccontato la sua esperienza al fianco della terna italiana ai mondiali in Brasile e successivamente presentato il programma di prevenzione infortuni per arbitri, denominato 11+, ed un nuovo test che nasce dall’evoluzione dell’ormai classico Yo-yo. Quest’ultimo è il risultato di un importante studio effettuato con metodo al fine di elaborare una prova in grado di ricreare al meglio gli sforzi cui siamo sottoposti durante una gara, e dunque che possa fornire una valutazione più adeguata possibile circa lo stato di forma di un arbitro. Il tutto è poi stato provato anche sul terreno di gioco.
Consapevolezza. Al termine di questa esperienza possiamo ritenerci molto ricchi. Ci è stata offerta l’opportunità di allargare la visuale dai soli aspetti tecnici dell’arbitraggio, e di constatare i molti aspetti sui quali questo sport ci consente di maturare. Come ha ricordato Trentalange, l’avere delle regole limita la libertà solo apparentemente, perché regole e valori aumentano la libertà di ognuno e ci rendono consapevoli. Sempre lui in chiusura ha sottolineato ancora l’importanza del nostro ruolo sul terreno di gioco come “strumenti di pace”, e ci ha lasciati con un’altra delle sue citazioni, questa volta tratta da Silente nella saga di Harry Potter: “Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità.”