Si è tenuta a Milano, presso il centro sportivo Ausonia 1931, la presentazione del libro di Giulio Mola, “Anche gli arbitri hanno un cuore” (Diarkos Edizioni).
Il libro, è una raccolta di aneddoti, esperienze e storie legate alla vita degli arbitri, pensato per sensibilizzare genitori e ragazzi su questo ruolo spesso frainteso e sottovalutato, per la prima volta le storie sono vissute e raccontate dal punto di vista dei protagonisti invisibili dei campi da gioco: gli arbitri stessi
Tra i partecipanti, l’ex arbitro e presidente del Comitato Regionale degli Arbitri lombardi, Emilio Ostinelli, ha condiviso il proprio vissuto, ricordando come il peso di un errore possa togliere il sonno a un direttore di gara. Ostinelli ha anche sottolineato il calo di interesse tra i giovani per la carriera arbitrale e ha elogiato l’iniziativa del “doppio tesseramento”, che permette ai giovani calciatori fino ai 19 anni di giocare e, al contempo, di cimentarsi nell’arbitraggio, sviluppando una comprensione più profonda del gioco.
A fare gli onori di casa erano presenti il presidente dell’Ausonia 1931, Mario Di Benedetto, il suo vice Alberto Campelli e il direttore sportivo Domenico Lattante.
Sergio Pedrazzini, ex presidente del Comitato Regionale Lombardia della FIGC, ha ribadito la necessità di formare giocatori consapevoli del regolamento e arbitri che conoscano a fondo il gioco, sostenendo che questa dualità aiuti a interpretare meglio le situazioni in campo. Pedrazzini ha inoltre invitato alla riflessione, sottolineando come il comportamento sugli spalti debba riflettere il rispetto per le figure arbitrali, troppo spesso oggetto di critiche e frustrazioni.
E’ stato poi Fabio Ravezzani, direttore delle reti Mediapason, ad esaltare l’integrità degli arbitri, definendoli come persone di “spessore superiore” per l’approccio che adottano verso lo sport. Ravezzani ha anche lanciato un appello ai dirigenti delle società giovanili, chiedendo una presa di posizione nei confronti dei genitori che non rispettano l’importanza del ruolo arbitrale.
Anche Andrea Ardito, ex calciatore di Serie A, e Massimo De Paoli, talent-scout e professore universitario, hanno evidenziato il problema di una “cultura della frustrazione” tra allenatori e genitori, con conseguenze che spesso ricadono sugli arbitri, i quali devono prendere decisioni complesse in tempo reale.
L’intero ricavato delle vendite del libro contribuirà alla creazione di una “borsa di campo” destinata a sostenere giovani calciatori in difficoltà economica. Un piccolo ma importante gesto, volto a garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di coltivare la propria passione per il calcio.
L’evento, ricco di spunti e testimonianze, si è confermato come un momento di riflessione collettiva su temi di grande rilevanza, sottolineando il valore della figura arbitrale e l’importanza di educare le nuove generazioni a una cultura sportiva basata su rispetto e comprensione.