Sezione di Lecco – Eleonora Cappello: “Senza preparazione atletica, un arbitro non può essere lucido”

L’arbitraggio moderno non si basa solo sulla conoscenza del regolamento, ma richiede una preparazione atletica impeccabile. Ne abbiamo parlato con Eleonora, arbitro e assistente arbitrale con una lunga esperienza nei campionati nazionali e un ruolo chiave nella formazione atletica degli ufficiali di gara.

Puoi raccontarci il tuo percorso nell’AIA?“Ho iniziato ad arbitrare nel 2000, a 20 anni, e sono arrivata in Prima Categoria. A 25 anni ho scelto di diventare assistente arbitrale, ricoprendo questo ruolo per tre anni al Comitato Regionale Arbitri, due anni in Serie D e quattro anni in Serie C. Dal 2015 al 2021 sono stata referente atletico nella Commissione Regionale di Pizzi e dal 2021 sono tornata al CRA come assistente arbitrale.”

E a livello di formazione professionale?“Mi sono laureata in Scienze Motorie, approfondendo sia l’aspetto sportivo che quello manageriale. Ho gestito una palestra per dodici anni e oggi sono tornata a insegnare, un’esperienza che mi arricchisce ogni giorno.”

Quanto conta la preparazione atletica per un arbitro?“È semplicemente fondamentale. Un arbitro prende una decisione ogni 4-5 secondi per 90 minuti, e senza una condizione fisica ottimale la lucidità viene meno. Essere pronti fisicamente significa poter rimanere concentrati e reattivi per tutta la durata della gara.”

Qual è la qualità fisica più importante per un arbitro?“Resistenza e velocità sono essenziali. L’arbitro copre dai 10 ai 12 km a partita, spesso a velocità elevate e con numerosi scatti. L’agilità e la tecnica di corsa possono essere un valore aggiunto, ma senza resistenza e velocità è difficile mantenere il ritmo di gioco.”

Quali sono gli errori più comuni nella preparazione fisica degli arbitri?“Due in particolare: allenarsi troppo o non farlo in modo specifico. L’overtraining porta ad affaticamento cronico e infortuni, mentre un allenamento generico non sviluppa le capacità necessarie per il ruolo arbitrale. Seguire programmi mirati è essenziale per ottimizzare la performance.”

Quanto è importante il recupero tra una partita e l’altra?“Spesso viene sottovalutato, ma è cruciale. Dopo una gara, sarebbe utile fare un defaticamento con corsa blanda e stretching. Le squadre utilizzano la terapia del freddo per ridurre i dolori muscolari, una tecnica che anche gli arbitri dovrebbero adottare.”

E per quanto riguarda l’alimentazione?

“È il terzo pilastro della prestazione, insieme alla preparazione atletica e alla conoscenza del regolamento. Prima della partita è importante evitare grassi e cibi troppo elaborati. Un piatto di pasta o riso, digeribile e ricco di energia, è la scelta migliore per affrontare una gara al massimo delle possibilità.”

Che consigli daresti a un giovane arbitro per migliorare fisicamente?“Costanza e metodo. Allenarsi almeno tre volte a settimana, preferibilmente nei poli, permette di confrontarsi con altri colleghi e crescere più rapidamente. Anche un’ora di allenamento ben strutturata può fare la differenza.”

Hai vissuto situazioni in cui la tua preparazione atletica ha fatto la differenza?“Sì, in particolare in condizioni climatiche estreme. Ho arbitrato con neve a bordocampo e con caldo torrido durante i playoff. Una buona preparazione mi ha permesso di gestire la fatica e mantenere alta la concentrazione fino alla fine della partita.”

Qual è stata la sfida più grande della tua carriera?“Essere dismessa dalla Serie C è stato un momento difficile, ma ne sono uscita a testa alta. Pizzi mi ha chiamata subito dopo per entrare nella Commissione Regionale come referente atletico, e questo mi ha dato la motivazione per continuare. Non ho rimpianti: ho sempre fatto tutto con passione e impegno.”

La Sezione ringrazia di cuore Eleonora per la sua disponibilità…per noi sei come un’internazionale!